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Rifiuti da trasformare in bio-carbone riflettori sul progetto

COPERTINO. Dopo le anticipazioni del gennaio scorso, a Copertino si torna a parlare di un impianto di decarbonizzazione per il recupero dei rifiuti organici.
Venerdì, a partire dalle 9 e fino alle 17, nella sala angioina del castello verrà
presentata in un workoshop di tre sessioni, la proposta progettuale avanzata da “Ingelia srl”, azienda spagnola leader nel trattamento e recupero della frazione organica dei rifiuti.
L’Amministrazione comunale e l’assessore all’Ambiente, Antonio Franco, ritengono utile approfondire il tema e dedicare un incontro con i tecnici dell’azienda ed esperti di vari settori, tra cui ingegneri, biologi, ambientalisti, per analizzare la proposta e valutare ogni dettaglio. Dal canto suo l’azienda ha accolto la richiesta di approfondimento e ha messo a disposizione risorse economiche e impegno
per organizzare un workshop in cui verrà illustrato il progetto in ogni sua parte e in cui verranno presentate le tecnologie utilizzate dalla Società.
«È opportuno il coinvolgimento dei cittadini, perché sono decisioni che riguardano tutti, trattandosi di ambiente e salute – ha dichiarato l’assessore Franco – vogliamo intraprendere un percorso partecipato in ogni sua fase ed avere chiaro ogni aspetto grazie alla partecipazione dei cittadini». «Perciò – ha sottolineato il sindaco Sandrina Schito – invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare attivamente
a questo evento voluto proprio per coinvolgere la comunità, incoraggiarla alla partecipazione su temi fondamentali della vita di ognuno e comprendere insieme quale sia la città del futuro che vogliamo. I rifiuti – ha concluso – sono un’emergenza e
non si può non considerare una proposta avanzata da un’azienda riconosciuta in tutta Europa per il suo operato eticamente indiscutibile». La carbonizzazione idrotermale ha luogo in condizioni di pirolisi umida: in ambiente chiuso, con acqua liquida a
20 bar e temperature che raggiungono i 200 gradi, i rifiuti organici da raccolta differenziata, le potature e gli sfalci reagiscono come in un naturale processo di carbogenesi, ottenendo un prodotto che ha le caratteristiche di materia prima rinnovabile. Non c’è combustione, i rifiuti non vengono bruciati. Le emissioni sono composte prevalentemente da vapore acqueo.
Lignite e un liquido sterile contenente acqua e sostanze fertilizzanti sono i prodotti ottenuti dall’impianto. Il procedimento è veloce: la durata del ciclo
di produzione è di sole 8 ore contro gli oltre 60 giorni della biodigestione e compostaggio.

 

FONTE: La Gazzetta del Mezzogiorno

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